Un poema epico composto da Elias Lönnrot nella metà dell'Ottocento, sulla base di poemi e canti popolari della Finlandia.
"Kalevala" significa letteralmente "Terra di Kaleva", ossia la Finlandia: Kaleva è infatti il nome del mitico progenitore e patriarca della stirpe finnica, ricordato sia in questo testo che nella saga estone del Kalevipoeg. Il Kaleva è dunque l'epopea nazionale finlandese.
Lönnrot assemblò e ricostruì la memoria storica delle genti finniche attraverso la massa dei canti prodotti dalla loro poesia tradizionale, riunendone in una sola opera la cosmogonia iniziale e il ciclo eroico/mitologico.
Famosi alcuni cantori quali un certo Arhippa Perttunen (come venne chiamato dallo stesso Lönnrot nella prefazione dell'edizione del 1835), che si dice conoscesse a memoria più di mille canti. Il poema è tuttora cantato e conosciuto a memoria da alcuni anziani bardi dell'area dei laghi, in cui il Kalevala è nato e si è diffuso nei secoli. Nelle buie sere invernali, i convenuti si accomodano su una panca ed ascoltavano le gesta dei vari eroi, creatori del mondo e della cultura di quel popolo. Il racconto, in metrica, veniva cantato dall'aedo aiutato dal ritmo battuto su un tamburo col bordo di betulla e la pelle di renna. L'effetto era ipnotico ed atto a riprodurre uno stato di trance. Seppur in maniera non dichiarata, l'incontro portava in sé valenze sciamaniche e contenuti esoterici.
La versione del 1849 è composta da 50 canti, o runi (runot), i cui versi sono in metro runico. La precedente versione del 1835, di 32 canti, era incompleta. Entrambe le versioni sono corredate da una prefazione che riassume i metodi ed il contesto seguito dall'autore per la composizione del poema, oltre che la citazione di precedenti opere di raccolta del materiale sulla poesia tradizionale, come quella in cinque parti del medico Zachris Topelius tra il 1822 ed il 1831.
Due le traduzioni del Kalevala: la prima in endecasillabi di Igino Cocchi (1909), la seconda, in ottonari (il metro del testo finnico), di Paolo Emilio Pavolini (1910). Dal novembre 2007 è disponibile la traduzione integrale di Pavolini in una nuova edizione italiana curata da Cecilia Barella e Roberto Arduini per la casa editrice Il cerchio di Rimini.
I personaggi
I personaggi principali sono Väinämöinen, eroe saggio e bardo divino nato dalla Vergine dell'aria Ilmatar, il fabbro Ilmarinen, che rappresenta l'eterna ingegnosità, e il guerriero seduttore Lemminkäinen, simbolicamente il lato guerresco e sensuale dell'uomo. In breve, il Kalevala racconta della lotta dei tre protagonisti contro Louhi, signora del paese di Pohjola (la Terra del Nord, rivale di Kalevala, la Terra del Sud), per il possesso del Sampo, magico mulino forgiato da Ilmarinen, portatore di benessere e prosperità.
La vicenda
Il Kalevala è stato definito come il solo esempio di poema nazionale veramente risultante da canti minori, non ritrovati in esso per principi presupposti o per analisi critica induttiva, ma noti come realmente esistenti indipendentemente dal poema.
Lo strato più antico del materiale presente nel poema presenta una connotazione mitologica prima ancora che eroica, come osservò nel 1845 Jakob Grimm. Nel corso poi degli anni, gli studi hanno individuato vari nuclei che componevano il poema. Nella postfazione al Kalevala italiano del 2007, Cecilia Barella individua:
* runi 1-10: primo ciclo di Väinämöinen
* runi 11-15: primo ciclo di Lemminkäinen
* runi 16-18: secondo ciclo di Väinämöinen
* runi 19-25: nozze di Ilmarinen
* runi 26-30: secondo ciclo di Lemminkäinen
* runi 31-36: ciclo di Kullervo
* runi 37-38: secondo ciclo di Ilmarinen
* runi 39-44: furto del Sampo, detto anche terzo ciclo di Väinämöinen
* runi 45-49: vendetta di Louhi
* runo 50: ciclo di Marjatta
Trama del Kalevala
A causa del modo in cui fu composto, il Kalevala si presenta come una giustapposizione di episodi privi di un vero e proprio filo conduttore che li attraversi e li leghi tra loro. Manca anche un protagonista centrale, e i tre personaggi principali – il cantore Väinämöinen, il fabbro Ilmarinen, lo scapestrato Lemminkäinen – si alternano l'uno all'altro con buon equilibrio, a volte incrociando le loro strade, salvo ritrovarsi tutti e tre riuniti, nella seconda metà del poema, nella spedizione alla conquista del sampo. Riassumiamo la trama generale dell'opera.
Runot 1-2. Creazione del mondo.
Ilmatar «figlia dell'aria» (anche detta Luonnotar «figlia della natura»), scende dal cielo e si adagia tra le onde del mare. Un'anatra fa il nido sul suo ginocchio, ma le uova rotolano, si rompono, e dai frammenti sorgono il cielo e la terra, il sole, la luna, le stelle e le nuvole. In seguito, ella forma i fondali marini, le terre emerse, i promontori e le montagne. Intanto, dopo essere stata fecondata dal vento, Ilmatar stenta a dare alla luce suo figlio. Il travaglio dura settecento anni, e Väinämöinen nasce già vecchio. Salito per la prima volta sulla terraferma, Väinämöinen si trova di fronte a una terra brulla e deserta, e così ordina al giovane Sampsa Pellervoinen di piantare i primi semi. Una quercia germoglia fino a oscurare il cielo e la terra con la sua chioma, e deve essere abbattuta perché la luce possa ritornare a splendere sui campi. Allora crescono erbe, fiori e bacche. Väinämöinen si occupa di seminare l'orzo e prega che le messi crescano per la prosperità delle genti future.
Runot 3-10. Primo ciclo di Väinämöinen.
Col terzo runo prendono inizio le avventure degli eroi della terra di Kalevala. Assistiamo dapprima alla rivalità tra Väinämöinen e il giovane Joukahainen, i quali si affrontano in un certamen poetico, in cui ciascuno dà prova della sua sapienza e della sua capacità di padroneggiare i canti magici. Sconfitto, Joukahainen è costretto a promettere al vincitore la mano di sua sorella Aino. La fanciulla, però, disperata dalla prospettiva di sposare il vecchio Väinämöinen, si annega. Preso dall'odio, Joukahainen tende un agguato a Väinämöinen, ma non riesce a ucciderlo. Piombato in mare, il vecchio cantore viene a lungo sballottato tra i flutti, finché un'aquila, impietosita, lo raccoglie sulle sue ali e lo porta sulle sponde di Pohjola, la fredda terra del nord, abitata dalle ostili tribù lapponi. Qui, il vecchio eroe viene soccorso da Louhi, signora di Pohjola, la quale gli offre ospitalità ma non lo lascia ripartire prima di avergli estorto la promessa di fabbricarle il sampo. L'eroe promette e, tornato in Kalevala, chiede al fabbro Ilmarinen di recarsi a Pohjola per mettersi all'opera. Costui rifiuta, ma, con un incantesimo, Väinämöinen lo fa volare fin nella terra del nord. Giunto a Pohjola, Ilmarinen finisce vittima del fascino della bellissima figlia di Louhi. Per ottenerla in sposa, il fabbro forgia il sampo: un magico strumento capace di macinare prosperità e ricchezza per chiunque lo possieda. Il sampo viene preso in custodia da Louhi, che lo rinserra sotto una rupe. La figlia di Louhi, tuttavia, avanza pretesti affermando di non poter abbandonare la propria casa, e Ilmarinen se ne torna abbattuto e sconsolato in Kalevala.
Runot 11-15. Primo ciclo di Lemminkäinen.
Nell'undicesimo runo entra in scena il simpatico Lemminkäinen. Egli esordisce rapendo una fanciulla, Kyllikki. La ragazza accetta di sposarlo, ma gli chiede di non andare più in guerra; in cambio egli le fa giurare di non andare più a danzare e civettare nel villaggio. Ma Kyllikki non mantiene la promessa, e Lemminkäinen la ripudia e dichiara che andrà a scegliersi un'altra sposa a Pohjola. La madre cerca di dissuaderlo dal tentare il pericoloso viaggio: ne sortisce una discussione, nel corso della quale Lemminkäinen getta via il suo pettine e afferma che, se sarà ferito o ucciso, quel pettine sanguinerà. Si mette in cammino e, arrivato a Pohjola, viene sottoposto a varie prove, se vorrà meritarsi la mano della figlia di Louhi. Deve innanzitutto catturare l'alce di Hiisi, e vi riesce dopo una vertiginosa corsa sui pattini; deve quindi imbrigliare il cavallo di fuoco di Hiisi, e infine catturare il cigno di Tuonela, che nuota sulle acque del fiume dei morti. Ma mentre Lemminkäinen tenta l'ultima impresa, viene ucciso da un sicario inviatogli da Louhi. Il suo corpo viene gettato nel fiume e fatto a pezzi. Avvertita della disgrazia dal sangue che stilla dai denti del pettine, la madre di Lemminkäinen corre sul fiume di Tuonela, raccoglie le membra dilaniate del figlio e, a mezzo di potenti incantesimi, le rimette insieme, restituendogli la vita.
Runot 16-18. Secondo ciclo di Väinämöinen.
Intanto, Väinämöinen è intento a costruire una barca che gli permetterà di tornare a Pohjola per partecipare alla contesa per la mano della figlia di Louhi. Mancandogli alcune parole magiche necessarie a completare l'opera, decide di andare a chiederle all'antico gigante Antero Vipunen, che giace morto al suolo, con piante e alberi che crescono sul suo corpo. Väinämöinen lo risveglia, ma il gigante, per tutta risposta, lo ingoia. Dall'interno delle sue viscere, Väinämöinen comincia a tormentarlo, tanto che il gigante, arrendendosi, gli chiede di andarsene. Väinämöinen accetta, ma in cambio Vipunen dovrà cantargli il suo intero sapere. Il gigante obbedisce e Väinämöinen può così tornare al cantiere e terminare la costruzione della sua barca.
Runot 19-25. Primo ciclo di Ilmarinen (le nozze).
Väinämöinen e Ilmarinen si incontrano a Pohjola, quali pretendenti alla mano della figlia di Louhi. Tra i due viene preferito il fabbro, il quale però deve sottoporsi ad alcune difficili prove. Egli deve arare un campo irto di vipere, catturare l'orso di Tuonela, il lupo di Manala e il grosso luccio che nuota nel fiume dei morti. Ilmarinen riesce in tutte le prive e, dopo un solenne banchetto, torna in Kalevala con la giovane sposa.
Runot 26-30. Secondo ciclo di Lemminkäinen.
Nel frattempo, resuscitato dalla morte grazie alle arti magiche di sua madre, Lemminkäinen decide di tornare a Pohjola, offeso per non essere stato invitato alle nozze della figlia di Louhi. La povera donna cerca ancora una volta di dissuaderlo, ma Lemminkäinen, ancora una volta, non le presta ascolto. Gli abitanti di Pohjola gli sbarrano la strada potenti vari incantesimi, ma il giovane riesce a superarli uno dopo l'altro. Giunto a Pohjola, egli sfida il padrone di casa e ne sortisce un duello in cui alle armi si alterna la magia. Lemminkäinen mozza infine il capo al signore di Pohjola, ma Louhi lo costringe alla fuga schierando il suo esercito. Il giovane si nasconde su un'isola, ma è poi costretto a fuggire anche da lì, dopo aver sedotto un bel numero di donne e ragazze.
Runot 31-35. Ciclo di Kullervo.
Il celebre episodio di Kullervo appare come una vicenda staccata dal contesto principale e prende l'avvio da una faida che oppone le genti di Untamo e quelle di Kalervo. Queste ultime vengono sterminate, tranne il figlioletto di Kalervo, Kullervo, che viene allevato come servo in casa di Untamo. Ma il giovane eroe, crescendo, manifesta una forza e una malignità sorprendenti e riesce a rovinare qualsiasi lavoro in cui si cimenti, né le genti di Untamo riescono a ucciderlo in alcun modo, ché Kullervo sopravvive a ogni tentativo di sbarazzarsi di lui. Viene dunque ceduto al fabbro Ilmarinen, perché faccia da pastore alle sue mandrie. Ma quando la moglie di costui gli infila per dispetto un sasso nel pane, Kullervo si vendica disperdendo il bestiame; quindi trasforma in vacche un'orda di lupi e orsi, che spinge nella stalla. La sposa di Ilmarinen viene così divorata, e Kullervo, dopo essere fuggito nella foresta, ritrova fortunosamente suo padre e sua madre, miracolosamente sfuggiti alla carneficina perpetrata da Untamo. In seguito, mentre viaggia con la slitta, si invaghisce di una ragazza incontrata per via e la seduce. Ma è sua sorella, perduta da bambina. La poverina si suicida per la vergogna, e Kullervo, per espiare il delitto, muove guerra a Untamo, disobbedendo ai consigli dei suoi genitori. Al ritorno trova la casa distrutta e i parenti morti. Disperato e solo, Kullervo si suicida a sua volta gettandosi sulla sua spada.
Runot 39-44. Il furto del sampo.
Segue la vicenda centrale del Kalevala. Finalmente riuniti, Väinämöinen, Lemminkäinen e Ilmarinen s'imbarcano per strappare il sampo a Louhi. Nel corso del viaggio, pescano un enorme luccio e, con le sue mascelle, Väinämöinen fabbrica il kantele, la prodigiosa arpa finnica sulla quale modulerà da quel momento in poi i suoi canti e che servirà come modello per gli strumenti dei futuri cantori. Giunti a Pohjola, Väinämöinen ne addormenta tutti gli abitanti suonando il kantele. A questo punto è facile per i tre eroi rubare il sampo e riprendere la rotta per Kalevala. Destatasi, Louhi scopre il misfatto, arma la sua flotta e si lancia all'inseguimento dei fuggitivi. Con un incantesimo, Väinämöinen fa sorgere degli scogli dal mare, sui quali s'infrangono le navi di Louhi. Utilizzando i pezzi delle imbarcazioni, Louhi si trasforma allora in un enorme rapace e plana sulla nave di Väinämöinen. Nel corso della lotta, il sampo cade nei flutti e va in frantumi. I pezzi più grossi cadono sul fondo, dove alimenteranno da allora in poi le inesauribili ricchezze del mare. I più piccoli, spinti dalla risacca, finiscono sulla spiaggia. Väinämöinen li raccoglie e li porta a Kalevala, dove contribuiranno alla futura ricchezza e prosperità del paese.
Runot 45-49. La vendetta di Louhi.
La vecchia signora di Pohjola, infuriata per la perdita del sampo, cerca in tutti i modi di nuocere al popolo di Kalevala. Manda dapprima morbi e pestilenze, che vengono sconfitti grazie all'uso della sauna e dei canti magici di Väinämöinen. Invia quindi un ferocissimo orso, che viene ucciso con gran tripudio. Infine ruba dal cielo il sole e la luna, e spegne il fuoco, in modo da gettare il popolo di Kalevala nelle tenebre. Nel tentativo di rimediare, Ilmarinen forgia un nuovo sole e una nuova luna, ma questi non splendono come gli astri originari. Interviene Ukko, il dio del cielo, che fa cadere sulla terra una scintilla scaturita dalla sua spada. Väinämöinen e Ilmarinen partono per recuperare la scintilla e la trovano nello stomaco di un grosso pesce. Quindi vanno alla ricerca del sole e della luna, e li trovano rinserrati in una caverna. Possono così liberarli e farli splendere di nuovo in cielo.
Runo 50. Storia di Marjatta.
Nel canto conclusivo, la vergine Marjatta rimane incinta dopo aver ingoiato una bacca. Il figlio, una volta nato, viene condannato a morte dal vecchio Virokannas, ma il neonato prende miracolosamente a parlare e lo rimprovera di aver emesso un giudizio iniquo. Il vecchio allora consacra il bambino re di Carelia. Väinämöinen, sdegnato, si allontana in barca e si reca verso l'orizzonte, laddove il cielo e la terra si toccano, e profetizza che verrà un giorno in cui lo si chiamerà di nuovo. Egli lascia indietro, a perenne gioia del popolo finnico, il kantele e i suoi meravigliosi canti.