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martedì 5 gennaio 2010

Canti de "Le due torri"


Canto funebre di Boromir Su Rohan, su campi e stagni, tra l'erba verde e alta,
Soffia il Vento dell'Ovest, e il muro e il vallo assalta.
«Che nuove stanotte per me, o Vento dell'Ovest vagante?
Boromir l'Alto vedesti, al chiaro di luna o al sole avvampante?».
«Sette torrenti passò cavalcando, grigi e ruggenti;
L'ho visto in terre deserte, solo, inseguire i venti
E l'ombre del Nord, per sempre. Ha udito il Vento del Nord,
Forse, suonare il corno del figlio di Denethor».
«O Boromir!, dalle mura gurdo a ovest, cercandoti invano,
Ma tu più non sei tornato dal buio deserto lontano».

Soffia il Vento del Sud, da dune e scogliere, dal Mare,
Con voce tremante, e porta fin qui del gabbiano il gridare.
«Che nuove dal Sud per me, o vento che spiri fremendo?
Dov'è Boromir il Bello? Tarda, ansioso lo attendo».
«Non chiedermi dove egli sia...Le ossa son molte
Sui neri scogli e sulla bianca rena, nelle cupe notti sconvolte;
Tanti, in cerca del Mare, dell'Anduin solcan la via.
Chiedi al Vento del Nord che ne è di quelli che m'invia!».
«O Boromir! Là dove geme il Vento, la via porta a sud verso il Mare,
Ma tu non giungi al grido dei gabbiani, dalle grige sponde del Mare».

Dalla Porta dei Re soffia il Vento del Nord, sopra rapide e forre;
Freddo e limpido il suo richiamo scroscia e tuona intorno alla torre.
«Che notizie dal Nord, o vento possente, rechi oggi per me?
Che ne fu di Boromir l'Intrepido, che da tempo qui più non è?».
«Sotto Amon Hen gridava, oppresso da molti nemici.
L'elmo rotto, la spada in frantumi, alle acque l'affidaron gli amici.
Il capo fiero e il bel volto alla morte han consegnato.
E Rauros, le rapide d'oro, lontano con sé l'ha portato».
«Boromir! La Torre di Guardia sempre a nord rivolta sarà,
Verso Rauros, le rapide d'oro, sino all'ultimo dì che verrà».

Inno a Gondor Gondor! Gondor! Terra fra i Monti e il Mare!
Dove soffiava il Vento d'Ovest, e sull'Albero d'Argento la luce pare
Brillante pioggia nei parchi dei Re che più fra noi non sono.
Oh prodi mura! Oh torri bianche! Corona alata e dorato trono!
Oh Gondor! Gondor! Vedran più gli Uomini l'Albero d'Argento,
E tra i Monti e il Mare soffierà più il Vento?

La lista degli Ent Impara ora la storia degli Esseri Viventi,
Ricorda che son quattro le libere genti.
Elfi vengono quelli più antichi chiamati,
Nani gli scavatori delle buie dimore,
Ent i vecchi come i monti e dalla terra nati,
Uomo infine il mortale, dei cavalli il signore.

Castoro il costruttore, daino il saltatore,
Orso il cacciator d'api, cinghiale il lottatore,
Cane affamato, coniglio spaventato...

Aquila rapace, bue nei campi,
Cervo di corna incoronato, falco veloce ed alato;
Cigno il più bianco, serpente il più freddo...

Aggiunto da Barbalbero:

Ent vecchi come monti e dalla terra nati,
grandi camminatori e bevitori d'acqua;
Hobbit bimbi allegri e sempre affamati,
popolo ridente, di piccola gente.

I ricordi di Balbalbero Fra salici e prati a Tasarinan passeggiavo in Primavera.
Ah! la vista e il profumo di Primavera a Nan-tasarion!
Dicevo: "E' bello!".
Nei boschi di olmi d'Ossiriand erravo d'Estate.
Ah! le luci ed i suoni d'Estate fra i Sette Fiumi di Ossir!
Pensavo ch'era ancor meglio.
Ai faggi di Neldoreth giungevo infine in Autunno.
Ah! il rosso e l'oro ed il fremer di foglie d'Autunno a Taur-na-neldor!
Colmava ogni mio desiderio.
Sino ai pini degli altipiani di Dorthonion salivo d'Inverno.
Ah! il vento e il bianco e il nero dei rami d'Inverno a Orod-na-Thôn!
S'innalzava il mio canto nei cieli.
Ed ora sommerse dall'onda son quelle terre.
E io cammino attraverso Ambarona, Tauremorna, Aldalómë,
Attraverso il mio territorio, il paese di Fangorn,
Ove lunghe son le radici,
E più fitti che foglie gl'innumerevoli anni
A Tauremornalómë.

Ent ed Entessa ENT. Quando Primavera apre le foglie di faggio, e la linfa scorre nei rami;
Quando luce scintilla sul rapido torrente, e vento soffia sui colli lontani;
Quando è lungo il passo e profondo il respiro, e pura l'aria di montagna,
Ritorna a me! Ritorna a me, e di' ch'è bella la mia compagna!

ENTESSA. Quando Primavera è nei campi e nei giardini, e sullo stelo di grano;
Quando candidi fiori come neve splendente coprono il frutteto nel piano;
Quando sole e nembo empion di fragranza terra e aria,
Io resto qui, non torno a te, perchè amo la mia campagna varia.

ENT. Quando l'Estate avvolge la terra in un meriggio d'oro;
Quando sotto le fronde di foglie dormienti gli alberi sognano e sussurrano in coro;
Quando nei boschi son verdi e fresche le radure, e vento soffia da occidente,
Ritorna a me! Ritorna a me, di' che la mia terra è più attraente!

ENTESSA. Quando Estate riscalda la bacca matura e il dolce frutto ormai pronto;
Quando d'oro è la paglia e bianca la spiga, ed assaporiamo il raccolto;
Quando trabocca di miele e si gonfia la mela, pur se vento soffia da occidente,
Io resto qui, non torno a te, perchè la mia terra è più attraente!

ENT. Quando verrà l'Inverno, dilaniando colline e boschi;

Quando cadranno gli alberi e giorni e notti saran foschi;
Quando soffiar da est il vento micidiale sentirò,
Nella bufera ti cercherò, nella bufera t'invocherò, e da te di nuovo tornerò!

ENTESSA. Quando verrà l'Inverno e finiranno i canti, e dovunque regnerà l'oscurità;
Quando il ramo nudo vedrò rotto, ed ogni opera distrutta sarà;
Ti cercherò, ti attenderò, e un dì ci ritroveremo:
Insieme allora nella bufera a fianco a fianco cammineremo!

INSIEME. Insieme allora nella bufera a fianco a fianco ad ovest ce ne andremo,
Ed una terra ove ambedue i nostri cuori riposar potranno troveremo.

Il canto di Bregalad Oh Orofarnë, Lassemista, Carnimírië!
Oh dolce sorbo, come splendeva bianco sul tuo capo il fiore!
Oh sorbo mio, in un giorno d'estate io scorsi il tuo bagliore!
Corteccia lucente, voce limpida e dolce, fogliame fresco e leggero;

Era rosso-oro la grande corona che in capo portavi altero!
Oh sorbo mio addio! La tua chioma morta grigia e secca è ormai;
La corona è caduta, la tua voce è perduta e per noi più non canterai.
Oh Orofarnë, Lassemista, Carnimírië!

Canto della marcia degli Ent Veniam, veniam, con con rombo di tamburo: ta-runda runda runda rom!
Veniam, veniam, con corno e con tamburo: ta-runa runa rom!

Isengard! Anche se sei protetto da un maledetto, da monti e da ponti, noi faremo i conti!
Isengard! Anche se sei forte e violento, freddo come vento, duro e cruento, è giunto il momento,
E' giunta la guerra e trema la terra, sfonderem la pietra e la porta tetra!
Bruciano il tronco ed il ramo, e noi andiamo,e noi marciamo
Con passo più duro di sasso, più grave di masso, con tono cavernoso e basso.
A Isengard portiamo sconquasso e fracasso,
Sterminio e distruzione, scompiglio e perdizione!

Messaggio di Galadriel Elessar, Elessar, dove sono adesso i Dunedani?
Perchè sogliono i tuoi errar così lontani?
E' ora che i Perduti si facciano avanti,
Che arrivino i Grigi Compagni dal Nord su cavalli fumanti.
Ma buio è il sentiero ove dovrai camminare,
I Morti guardan la strada che porta sino al Mare.

Legolas Verdefoglia, a lungo nella foresta
Hai vissuto con gioia. Guardati dall'Onda!
Se il gabbiano odi gridar sulla sponda,
Il tuo cuor più non riposerà nella foresta.

Lamento dei Rohirrim Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento?
Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento?
Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente?
Dov'è la primavera e la messe, ed il biondo grano crescente?
Son passti come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna;
I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna.
Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente?
Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?

Il canto di Lorien (Gandalf) A Lorien, a Dwimordene
Gli Uomini han camminato raramente,
Pochi mortali han veduto splendente
La luce che vi brilla sempre.
Galadriel! Galadriel!
Limpida l'acqua del tuo pozzo lontano;
Bianca la stella nella tua bianca mano;
Candaidi e puri son foglia, terra e grano
A Lorien, a Dwimordene,
Più belli dei pensieri degli Uomini Mortali.

Il mistero degli Ent Prima che si scoprisse il ferro e s'abbeattesse il tronco fosco,
Quando giovane il monte era sotto la luna,
Non forgiato l'anello né scoperta sfortuna,
Lui camminava nel bosco

Una rima di sapienza Alte navi ed alti re
Tre volte tre,
Che portaron da terre sommerse
Oltre il mare in tempesta?
Sette stelle e sette pietre
E un albero bianco.

La canzone di Gollum Terra fredda e dura
Che morde e tortura
Che rode le dita.
Rocce, sassi e macigni
Come vecchi ossi arcigni
Senza carne né vita.
Ma stagni e ruscelli
Son freschi, son belli;
La fatica è finita!
Vediam se ci riesce....

L'indovinello di Gollum Vive senza respirare;
E' freddo come il mare;
Non beve e non ha mai sete;
Veste di maglia ma mai lo udirete.
Annega sui terreni asciutti
E prende per un monte
L'isola tra i flutti
E crede che una fonte
Sia l'aria che sbuffi
Sì lisci, sì buffi!
Che gioia fra le dita!
Vediam se ci riesce
Di prendere un pesce,
polpa saporita!

L'Olifante Come un topo son grigio
E grande come un edificio,
Il mio naso è un serpente
E il mio passo irruente
Fa tremare la terra
Molto più di una guerra.
Con due corna in bocca
Camminare mi tocca,
Sventolando l'orecchio.
M anon sono mai vecchio
Pur marciando parecchio,
Pur se supino mai,
Neanche per morire mi vedrai.
Io sono Olifante,
Il più importante,
Il più grosso e il più grande.
Se un giorno t'incontro
Non scorderai lo scontro;
Ma se non mi vedi,
So che non ci credi.
Eppur sono Olifante,
Il vecchietto ben portante.

Inno di Sam a Elbereth Gilthoniel Gilthoniel A Elbereth!

A Elbereth Gilthoniel
o menel palan-diriel,
le nallon si di'nguruthos!
A tiro nin, Fanuilos!