Chiamano se stessi Quendi (cioè "coloro che parlano con voci"), in onore del fatto che, quando vennero creati erano gli unici in grado di parlare. Oromë fu il primo che li chiamò Eldar (ovvero "Popolo delle stelle") perché si risvegliarono sotto le stelle, ma il nome è generalmente considerato escludente gli Avari. La razza Elfica, nel mondo di Tolkien, è considerata una razza che tende a studiare le arti e le scienze.
Si dividono sostanzialmente in tre stirpi:
Avari: sono tutti quegli Elfi che si rifiutarono di partecipare al Grande Viaggio verso Valinor. I loro capi erano Morwë e Nurwë e gli Avari rimasero a Cuiviénen per lunghissimo tempo, finché alcuni non si stabilirono nel Regno del Dorwinion, famoso per i suoi verdi prati e per le sue ricche vigne. Negli scritti più antichi di Tolkien è un Avaro, Nuin, ad avventurarsi nell’Hildórien e scoprire gli Uomini dormienti. Nuin ne svegliò due, Ermon e Elmir ed insegnò loro la lingua e la musica.
Come confermato da Bëor il Vecchio a Finrod, gli Uomini avevano già avuto contatti con gli Elfi, e con tutta probabilità si tratta di Avari e difficilmente di Nandor.
Non si sa di preciso quale sia il destino degli Avari, ma molto probabilmente in tanti furono catturati da Morgoth che creò così la razza degli Orchi. Gli Avari sfuggiti, oltre al Dorwinion, forse si insediarono in Boscoverde il Grande, fondendosi con i Nandor e formando gli Elfi Silvani.
Sono descritti come le più belle creature della Terra di Mezzo, amanti dell'arte (in particolare le canzoni, che amano cantare con le loro splendide voci) e della conoscenza. Fisicamente hanno i capelli scuri e gli occhi grigi, tranne i Vanyar e i loro discendenti, con biondi capelli dorati (eccezioni furono Mahtan, la figlia Nerdanel e il nipote Maedhros, con capelli rossi). Gli Elfi non hanno la barba, tranne che in fasi mature della loro vita, comunque è raro che la portassero. Possiedono sensi più acuti, e molti sono più forti degli Uomini. Tra di essi, soprattutto i Noldor possiedono abilità e conoscenze che agli Uomini della Terra di Mezzo appaiono magiche. Le loro memorie e i loro ricordi sono vividi come la loro vita. Sono immortali, nel senso che la loro aspettativa di vita è eterna, ma non restano eternamente giovani, ciononostante possono morire se vengono uccisi, oppure se provano un dolore morale profondo, o se rinunciano alla propria immortalità per amore degli uomini. Nei primi due casi possono tornare, dopo un periodo nelle Aule di Mandos, e reincarnarsi nel corpo di prima, conservando i ricordi (ne abbiamo due casi accertati: Finrod e Glorfindel); nel caso in cui rinunciano alla propria immortalità, diventano a tutti gli effetti degli uomini, pur conservando le caratteristice fisiche originarie. Dunque sono immortali ma non indistruttibili, e condividono il destino degli Uomini che è quello di provare sofferenza (fisica, psichica e morale): gli elfi crescono allo stesso ritmo temporale degli uomini fino al periodo della pubertà, ma dall' inizio della maturità in poi invecchiano in modo estremamente lento a un livello inversamente proporzionale, nel senso che più crescono meno invecchiano (se sono sottoposti però a gravi dolori, oppure se avvertono su di loro la decadenza del mondo, invecchiano più rapidamente, pur non morendo).
Gli Elfi di Tolkien sono una rappresentazione di cosa gli umani sarebbero potuti diventare, se non avessero commesso il peccato originale. Anche se questo li rende molto morali e giusti (nessun Elfo ha mai servito i Nemici, Morgoth o Sauron) ciò non li rende immuni dall'essere ingannati (per esempio, Maeglin tradì Gondolin per avere salva la vita e per amore di sua cugina Idril) e li rende anche meno capaci degli Uomini all'adattarsi ad un mondo decaduto e in continua mutazione.
Dal brano ambientato a Lórien nel Signore degli Anelli si ricava l'impressione che molti Elfi vivano sugli alberi e impugnino archi, mentre da altri racconti di Tolkien si apprende di Elfi che abitavano semplicemente in caverne (Nargothrond) o in fortezze rocciose (Gondolin) e che i Noldor erano più famosi per le loro terribili spade.
Ne Il Signore degli Anelli o ne Il Silmarillion non ci sono riferimenti espliciti alle "orecchie a punta". Solo in un brano dell'Etimologia Tolkien afferma che "le orecchie degli Elfi erano più allungate e a forma di foglia di quelle degli Uomini". Ad ogni modo, considerazioni pratiche, che includono molte occasioni dove gli Uomini sono confusi per Elfi, suggeriscono che la punta deve essere sottile, abbastanza differente dalle larghe orecchie di Elfquest e dalle lunghissime e strette orecchie degli elfi di alcuni anime.
I racconti della Prima Era sono legati principalmente agli Elfi, che abitano in vari regni sparsi per il Beleriand, e gli Uomini appaiono soltanto nelle storie più tarde. Gli Elfi sono qui nella loro gioventù, e sono abbastanza potenti da sfidare realmente Melkor. Dopo la fine della Prima Era e la distruzione di quasi tutto il Beleriand, gli Elfi della Terra di Mezzo sono ancora abbastanza forti da tenere a bada Sauron, e creare gli Anelli di Potere che hanno il potere di rallentare il tempo. Nonostante la loro diminuzione a causa delle molte guerre combattute in difesa dei loro paesi e la creazione dell'Unico Anello da parte di Sauron, essi riuscirono a mantenere la loro forza anche dopo la fine di importanti regni come l'Eregion, almeno fino alla caduta di Gil-galad, ai tempi dell'Ultima Alleanza (Seconda Era). Comunque, durante Terza Era (il periodo de Il Signore degli Anelli), l'importanza degli Elfi negli affari del mondo sta diminuendo, e solo pochi di loro sono rimasti (Avari a parte), nei rifugi di Gran Burrone, Lothlórien e Bosco Atro oppure ai Rifugi Oscuri presso il Lindon. Tra gli Eldar, cioè coloro che intrapresero il viaggio da Cuiviénen, la maggior parte di quelli rimasti erano Elfi Silvani, mescolati con i Sindar, e vivevano ad est delle Montagne Nebbiose. Molti di loro potevano essere visti dirigersi all'Ovest, ad Aman, partendo dai Porti Grigi, per lasciare la Terra di Mezzo per sempre, e quelli che rimanevano sapevano che il loro destino era di "svanire o andare all'Ovest" (per i Noldor si trattava di un ritorno, dopo i fatti narrati dal Silmarillion). Quindi pochi di loro rimasero nella Terra di Mezzo dopo la fine della Terza Era (i loro Anelli persero ogni potere a causa della distruzione dell'Unico, che tuttavia fu da loro voluta per annientare Sauron) e quelli che vi rimasero erano destinati a "scomparire", invecchiando e diventando simili agli Uomini. Ciò era dovuto alla corruzione di Arda, e specialmente della Terra di Mezzo, dimora di Morgoth e Sauron, capace col tempo di intaccare anche la natura degli Elfi; ciò era iniziato quando Morgoth vi disperse il proprio potere, distruggendo la creazione originale di Iluvatar e degli Ainur.