Il Nibelungenlied, ovvero Canto (Canzone) dei Nibelunghi (tradotto in italiano anche col titolo I Nibelunghi) è un poema epico scritto in alto tedesco medio nella prima metà del XIII secolo. Narra le vicende dell'eroe Sigfrido alla corte dei Burgundi, e della vendetta di sua moglie Crimilde, che porta a una conclusione catastrofica e alla morte di tutti i protagonisti.
Il poema fu perduto nel XVI secolo, ed è giunto a noi in diversi manoscritti che presentano un insieme di differenze e varianti. Si compone di circa 8000 versi, raggruppati in quartine e articolati in 39 canti detti "avventure". I manoscritti furono recuperati nel XVIII secolo, e divennero molto noti nell'Ottocento romantico; ispirarono, fra gli altri, Richard Wagner, che su di essi basò la sua celebre tetralogia L'anello del Nibelungo.
Il Nibelungenlied è basato su temi eroici germanici precristiani (la Niebelungensaga), che includevano la narrazione, tramandata oralmente, di eventi storici realmente accaduti fra il V e VI secolo. La letteratura mitologica norrena ha un parallelo di questi temi nella Saga dei Völsungar e nella Atlakviða.
L'autore del poema è un anonimo dell'area del Danubio, fra Passau e Vienna, e ha composto l'opera fra il 1180 e il 1210, forse alla corte del vescovo di Passau, Wolfger von Erla (in carica dal 1191 al 1204). Secondo molti studiosi l'autore era probabilmente una persona istruita della corte del vescovo, e scriveva per i clerici e i nobili di corte.
È stato suggerito che l'autore possa essere Konrad von Fußesbrunnen, Bligger von Steinach o Walther von der Vogelweide; ma si tratta esclusivamente di ipotesi.
Storia dei testi
Il poema manoscritto è stato ritrovato, nel 1755 a Hohenems, Vorarlberg. In seguito ne sono state trovate un'altra quarantina di versioni, di cui tre principali, battezzate da Karl Lachmann A, B e C. Queste tre versioni presentano alcune varianti. Gli studiosi non sono ancora riusciti nel compito di comporre uno stemma del testo, ovvero ricostruire un albero genealogico delle versioni che sono state preservate e quindi trarre conclusioni definitive circa quale di esse si avvicini maggiormente all'originale duecentesco. Si pensa che influenze della tradizione orale abbiano contribuito alla nascita delle varianti.
Il Canto dei nibelunghi sviluppa due vicende principali. La prima riguarda l'eroe Sigfrido e le sue gesta alla corte dei Burgundi, fino alla morte dell'eroe per mano del traditore Hagen. La seconda riguarda la vendetta di Crimilde contro coloro che si sono macchiati dell'assassinio di Sigfrido.
Sigfrido e Crimilde
Crimilde, bellissima sorella del re Gunther di Worms e dei suoi fratelli Gernot e Giselher, ha deciso di non sposarsi a causa di un sogno premonitore che sua madre ha interpretato dicendole che suo marito è destinato a morire di morte violenta. Tuttavia l'eroe Sigfrido, principe di Xanten, sente parlare della bellezza della donna e decide di volerla in moglie. Sigfrido ha precedentemente ucciso il drago Fafnir e si è impossessato del vastissimo tesoro dei Nibelunghi. Bagnandosi del sangue del drago è diventato invulnerabile, ma una foglia si è posata in quell'occasione sulla sua schiena, per cui la sua invulnerabilità è incompleta (una evidente analogia qui è con il tallone di Achille).
Giunto a Worms, Sigfrido si ingrazia re Gunther aiutandolo a sconfiggere i Sassoni. Per ottenere Crimilde in sposa, acconsente ad aiutare Gunther a sposare l'altera regina Brunilde di Islanda. Spacciandosi per un vassallo di Gunther, Sigfrido accompagna il re in Islanda, e qui, usando un cappello magico tolto al nano custode del tesoro dei nibelunghi che lo rende invisibile, aiuta Gunther a sopraffare Brunilde e a ottenere da lei il matrimonio. La fiera Brunilde si oppone con la forza a Gunther persino nella prima notte di nozze, arrivando a legarlo per impedirgli di possederla. Anche in questo frangente Sigfrido corre in aiuto di Gunther, prendendone segretamente il posto per ridurre la sposa riottosa alla sottomissione. In tale occasione Sigfrido ruba un anello e una cintura a Brunilde, simboli della deflorazione della donna (sebbene lo stesso Sigfrido avesse promesso di non spingersi a possedere la moglie dell'amico). Sigfrido dona anello e cintura a Crimilde, che Gunther concede in sposa a Sigfrido secondo i patti.
Anni dopo, Sigfrido e Crimilde sono in visita a Worms. Brunilde non si capacita del fatto che suo marito abbia concesso sua sorella in sposa a un vassallo, e si mostra sospettosa e ostile con i suoi ospiti. Crimilde e Brunilde, recandosi in chiesa, litigano su chi di loro debba avere la precedenza, ovvero chi di loro abbia un marito di più alto rango. Crimilde, ignara dell'inganno perpetrato da Gunther e Sigfrido nei confronti di Brunilde, finisce per mostrare alla sua rivale l'anello e la cintura donatele da Sigfrido anni prima, alludendo al fatto che Sigfrido abbia posseduto Brunilde.
Hagen, il crudele, astuto e fiero vassallo di Gunther, sostiene apertamente che l'offesa arrecata a Brunilde vada lavata con il sangue di Sigfrido. Riesce a farsi rivelare da Crimilde l'unico punto debole dell'eroe, e lo colpisce a tradimento durante una battuta di caccia. Lo stesso Hagen ruba il tesoro dei Nibelunghi e lo immerge nel Reno, per impedire che Crimilde possa usarlo per crearsi un proprio esercito e vendicarsi dell'assassinio del marito.
La vendetta di Crimilde
Circa tredici anni dopo, Attila, re degli Unni, chiede in sposa Crimilde. La donna, dopo qualche esitazione, acconsente, premeditando la vendetta contro la propria famiglia. Al battesimo del primo figlio avuto da Attila, invita i Burgundi in Ungheria. Hagen cerca di dissuadere Gunther dall'accettare, invano. Mentre i Burgundi attraversano il Danubio, le ondine parlano ad Hagen, profetizzando che di tutta la compagnia solo un monaco tornerà vivo a Worms. Per impedire l'avverarsi della profezia, Hagen tenta di uccidere il monaco, che riesce però a scappare e tornare a casa.
Arrivati alla corte di Attila, i Burgundi chiedono di poter tenere le proprie armi; pur mostrandosi offeso, Attila acconsente. A questo punto gli eventi precipitano rapidamente verso la tragedia. Crimilde pretende che le venga reso il tesoro dei Nibelunghi, e nella disputa che segue Hagen decapita il figlio neonato di Attila e Crimilde. I Burgundi vengono accerchiati in un salone, in cui sono attaccati dagli Unni in diverse ondate.
Nel combattimento che segue, numerosi eroi si trovano coinvolti nello scontro senza volerlo. Il poema si sofferma a lungo sul dissidio morale di personaggi come Rüdiger e Teodorico di Verona, amici dei Burgundi, che a lungo si interrogano se rispettare i loro vincoli di amicizia o i loro vincoli di fedeltà ad Attila e a Crimilde. Rüdiger, per esempio, affronta i Burgundi ma acconsente volentieri a donare il suo scudo migliore ad Hagen.
Dopo una serie lunghissima e tragica di duelli e combattimenti, tutti i Burgundi vengono uccisi eccetto Hagen e Gunther. Crimilde uccide Gunther in prigione, e mostra la sua testa a Hagen, intimandogli di rivelare dove ha nascosto il tesoro; il rifiuto di Hagen viene ripagato con un'altra decapitazione. Ildebrando, un vassallo di Attila, impazzisce d'odio per la morte ingloriosa di Hagen e lo vendica uccidendo a sua volta Crimilde.